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Le doti del ministro Mogherini Quando la Nato e la Russia collaboravano
Nel 2002 la Nato e la Russia avevano raggiunto un'intesa per creare un nuovo organismo a 20 Paesi. Non era ancora l'ingresso della Russia nell'alleanza del Nord Atlantico ma la direzione era quella, per lo meno a sentire il premier italiano Silvio Berlusconi, che parlava di un "accordo storico. il primo passo verso la totale integrazione della Russia nel sistema di difesa atlantico". Berlusconi auspicava che "il prossimo passo sia l'ingresso della Russia nella Ue".
In quei giorni Stati Uniti, Ue e Russia collaboravano nella ricerca di una soluzione al conflitto fra Israele e Palestina, Che poi le cose non siano andate benissimo, si è visto ma ancora nel 2013, Nato e Russia per quanto fossero acora lontane da un'intesa per una cooperazione nel campo della difesa missilistica, mantenevano i contatti necessari per realizzare una partnership in questo campo. Allora, si parla di meno di un anno fa, era il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, a dire che si continuava a discutere dell'importante questione delle difesa missilistica con la Russia. Quali che possono essere state le suggestioni e le difficoltà l’Alleanza atlantica dal 2000 al 2013 ha avuto chiara l’esigenza di un confronto positivo con a Russia, lo ha perseguito sui temi, più impegnativi, vi è anche da considerare la questione del nucleare iraniano, ed ora improvvisamente di fronte alla questione ucraina si ritrova all’anno zero. Verrebbe da chiedersi se davvero il rapporto Nato Russia abbia prodotto un tale fallimento in questi tredici anni da rendere plausibile il ritorno di un clima da guerra fredda e allora sarebbe il caso che la Nato ci spiegasse le ragioni di un tale clamoroso fallimento, anche perché, peggio degli anni della guerra fredda, non sembra nemmeno ci si ricordi delle condizioni di deterrenza, tanto da ritenere di poter impiegare proprie truppe a ridosso del confine russo, come se fosse una cosa scontata. Non c’è il rischio di ritorno alla guerra fredda, c’è il rischio di ingaggiarne una calda. Non è compito della Nato stabilire se i russi ucraini di Donest siano stati minacciati dal nuovo governo centrale o se siano loro a minacciarlo forti del supporto offerto subito da Putin. E pure la questione dovrebbe essere analizzata con una qualche attenzione dai paesi membri dell’Alleanza perché la Nato è intervenuta a favore degli albanesi in Kosovo e questo ha creato un precedente internazionale di un qualche peso. Possibile che non ci si sforzi di cercare, prima di ricorrere ad un intervento Nato, una mediazione possibile fra la Russia e l’Ucraina? L’Italia che ha ottenuto il prestigioso incarico di responsabile della politica estera europea, cosa pensa di fare? Il ministro Mogherini ha un qualche piano in testa? Perché è questo il momento di mostrare una qualche dote diplomatica. Altrimenti se miss Pesc, si limitasse a fare da cassa di risonanza alle posizioni della Polonia, le cui paure sono giustificate, ovviamente, l’impatto non si potrà evitare e la deflagrazione sarà devastante.
Roma, 4 settembre 2014 |
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